La Briscola a chiamata: come si gioca a "L'amico del giaguaro"? - -
La Briscola a chiamata: come si gioca a "L'amico del giaguaro"?

Cosa c’è di meglio che trovarsi a casa di amici, mangiare qualcosa insieme e magari dopo fare una bella partita a carte? E se la situazione che cercate è questa, tra i tanti giochi che si possono fare con le carte napoletane, probabilmente uno dei più divertenti da fare in compagnia è “L’amico del Giaguaro“.
Non sapete di cosa si tratta e come giocare? Ecco tutte le regole e i motivi per cui non potrete più farne a meno!

Come si gioca a “L’amico del Giaguaro”?

Per giocare a “L’amico del Giaguaro” serve un classico mazzo di carte napoletane, cinque partecipanti al tavolo e conoscere almeno le basi della Briscola. Le regole generali infatti partono proprio da questo comune gioco, ma è lo svolgimento a cambiare radicalmente lo sviluppo del gioco.
Nella prima fase di gioco, ogni giocatore riceverà le sue otto carte e in base a quelle, si svolgerà “L’Asta” di dichiarazioni. A turno, a seconda ovviamente dei giochi migliori che si troverà in mano, dovrà infatti chiamare una carta mancante del suo seme più forte oppure passare se non avrà nessun gioco buono a disposizione. Seguendo il giro, ognuno dovrà dire se accetta quella dichiarazione, oppure farne una superiore, chiamando una carta però di valore inferiore a quella precedente.
Per fare un esempio, se il primo giocatore chiama un “Re”, il successivo per aggiudicarsi l’asta dovrà chiamare almeno un “Cavallo” o una carta inferiore. E così via fino a che tutti gli altri non passeranno la mano lasciando così l’asta aggiudicata a quello che da quel momento in poi sarà il “Giaguaro”.

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Seconda fase: il gioco

A questo punto, il Giaguaro inizierà a giocare per primo e il suo compagno sarà proprio l’altro giocatore che avrà in mano la carta chiamata durante l’asta. Va detto che nella prima mano non si saprà ancora quale sia il Seme di tale carta, ma solo il valore nominale, per cui nessuno in pratica sa ancora di essere o meno in coppia con il Giaguaro.
Espresso anche il seme al termine della prima giocata, la mano è aggiudicata o alla carta più alta rispetto al seme della prima carta giocata, o a chi avrà eventualmente giocato la “briscola” (il seme chiamato) più alta.
Scopo del gioco è ottenere alla fine delle otto prese, il maggior numero di punti possibile (61) sommando tutte le prese del Giaguaro e del suo compagno da una parte, e dei tre del “popolo” dall’altra.  Va detto che in fase di Asta, sarà spesso possibile anche modificare il punteggio massimo da raggiungere per aggiudicarsela. 
Se per esempio ci sono due concorrenti per diventare Giaguaro, che sono in stallo sull’ultima chiamata possibile ovvero quella del “2” (non ci sono carte più basse infatti), sarà possibile alzare la quota di punti da raggiungere per vincere: il primo giocatore chiamerà “Un 2 a quota 62” per esempio, e la risposta potrebbe essere sia “Un 2 a quota 63” proseguendo fino a che uno dei due non deciderà di lasciare. 

Il grande segreto

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I punteggi

Alla fine di ogni partita, oltre ai punti della stessa per decidere chi avrà vinto ovviamente, si è soliti assegnare un punteggio generale che sarà valido per una serie di partite diverse. Si assegneranno infatti “+2” punti al Giaguaro e “+1” punto al suo compagno in caso di vittoria, lasciando a “-1” ciascuno degli altri tre sconfitti. Viceversa i punteggi sono invertiti con un “-2” per il Giaguaro e “-1” per il suo compagno, con “+1” a tutti gli altri vincitori del gruppo. 
Come accennato sopra, in caso di “Cappotto” (tutti i punti in gioco) da parte del Giaguaro, i punteggi verranno raddoppiati per tutti (in positivo e in negativo). Di solito non è previsto il “Cappotto” per il gruppo dei tre, ma ci si può sempre accordare prima di giocare nel caso.
 
 
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